Arthur Fonzarelli in arte Fonzie aveva un enorme problema: non era in grado di dire “ho sbagliato”.
Niente. Malgrado infatti il buon Arthur si sforzasse, scusarsi proprio non gli riusciva, come testimonia questa scena storica:
Ma la cosa più interessante, se vogliamo, è che a parecchi anni di distanza Fonzie sembra aver deciso di contagiare quasi tutti quelli che hanno un account sui social, spingendosi in certi casi fino alle aziende e dando vita a una vera e propria sindrome.
E, ancora più stupefacente è il fatto che più cerchiamo di limitare il fenomeno più esso cresce.
Social: cos’è la sindrome di Fonzie?
L’abbiamo visto nel video: la sindrome di Fonzie è la totale incapacità di dire “ho sbagliato” anche in caso di errore manifesto, con le parole che fisicamente non ci escono e che nella migliore delle ipotesi diventano un “avevo le idee un po’ confuse…ecco, non giuste“.
Sui social questo si traduce nella difficoltà da parte degli utenti di riconoscere di essere caduti nella trappola delle fake news, di essersi lasciati andare a un commento sbagliato o affrettato o quant’altro.
Un’azione che non dovrebbe essere difficile, se ci pensi bene: sbagliare è normale e può capitare a tutti e basterebbe davvero poco per risolvere il problema.
Il fatto è che, proprio come Fonzie, non ci riusciamo proprio. Certe volte vorremmo ma è come se non potessimo farlo. E in parte è così: pur di non perdere l’onore digitale proviamo a sviare, contrattacchiamo o ci chiudiamo a riccio. Ma di scusarci non se ne parla proprio.
Prova a fare mente locale e a pensare a quante volte, trascorrendo del tempo sui social ti sei imbattuto in frasi come:
- “Non è vero, ma potrebbe esserlo“
- “È il concetto che conta“
- “Sì, ma allora Tizio?“
- “Certo, per voi siamo tutti stupidi eh?“
- “Oh ma grazie, professorino di…“
E cosa sono queste risposte se non la prova di una più o meno latente Sindrome di Fonzie? E il fatto è che non è nulla di nuovo o incomprensibile, perché essere tratti pubblicamente in fallo non piace proprio a nessuno e, in un certo senso, non siamo neanche pronti a reagire a una critica quando tutti i riflettori sono puntati su di noi.
È inutile (e stupido) farglielo notare
Ma arriviamo al sodo: chi è vittima della sindrome di Fonzie probabilmente non lo sa o non vuole ammetterlo (e tra l’altro potrei esserne inconsciamente affetto pure io)
A nessuno però piace essere ripreso in pubblico e fare urbi et orbi la figura del pollo e, quindi, una volta che ci viene fatto notare l’errore, tendiamo a rincarare la dose e a non arretrare di un millimetro.
Ed è proprio per questo motivo che far notare l’errore in pubblico a qualcuno non farà che farlo arroccare sulle sue posizioni, anche se in cuor suo sa di aver sbagliato. Quindi dovremmo evitare accuratamente di correggerlo davanti a tutti perché tanto non serve a niente. Insomma, detto tutto ciò voglio aggiungere che non vale la pena litigare con un amico per un commento sciocco su Facebook così come non ha senso offenderci se ci fanno notare l’errore.
I social media e la sindrome di Fonzie: cosa possiamo fare?
Se sbertucciare in pubblico quelli con la sindrome di Fonzie non è una buona idea, probabilmente neanche fare finta di niente lo è, se non altro perché non saremmo a posto con la coscienza.
Da un lato, infatti, i nostri poveri affetti dalla Sindrome di Fonzie faranno di tutto per tenere il punto e averla vinta, mentre dall’altro continueranno a cadere in fake news perché magari ignorano di farlo.
E allora come possiamo/dobbiamo comportarci nel caso i nostri amici dovessero cadere in queste trappole? Beh, per prima cosa dipende da chi è il protagonista: si tratta di un nostro amico o di un semplice contatto su Facebook?
- Nel caso di un nostro caro amico, ad esempio, potremmo farglielo notare con calma e in privato evitando di esporlo a brutte figure pubbliche.
Nel caso, invece, dovesse trattarsi di un semplice conoscente abbiamo opzioni più drastiche:
- Possiamo smettere di seguire quell’account cliccando su “smetti di seguire” nel menu a tendina del suo profilo ed evitare almeno di farci venire il nervoso;
- In caso di condivisione di una notizia falsa o postata in violazione del regolamento di Facebook, al posto di scatenare un putiferio possiamo segnalarla scegliendo una tra le diverse categorie presenti. (La segnalazione è del tutto anonima, ma soprattutto è una piccola goccia nel mare: non è detto infatti che Facebook ne terrà conto e non è dato sapere in quale misura questo succederà.)
Non è molto, me ne rendo conto, ma se da qualche parte bisogna pur cominciare a lottare contro fake news, Troll e bot, direi che nel nostro piccolo possiamo fare un tentativo, in attesa che “i grandi” decidano finalmente di affrontare in modo efficace la cosa.
Non credi?
Fonte foto: commons.wikimedia.org
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