Fissiamo subito un punto: gli sms elettori puoi mandarmeli sono se sono un tuo sostenitore o se ho espressamente fornito il consenso alla ricezione di comunicazioni da parte tua. Altrimenti no, altrimenti è spam. Sì, spam bello e buono, come le decine e decine di chiamate da parte di compagnie telefoniche o quelle email inutili che ti intasano la casella di posta.
E per quanto mi riguarda non ci sono mezze misure: io non sono un sostenitore di un partito o di un candidato, quindi non amo ricevere sms elettorali. Certo, è una cosa che può funzionare, ma non se rivolta a tutti.
Sms elettorali, quando non funzionano
Usare i messaggi per fare campagna elettorale mi suona un po’ come un “hei ciao, non ci sentiamo da un sacco di tempo. Sai che mi candido? Mi voti? Risp Grazie” ed è forse per questo che non mi fanno impazzire, specie se, come nell’esempio, arrivano dal nulla.
Costruire l’identità di un (futuro) candidato alle elezioni è un percorso lungo, che coinvolge tante persone e che si compone di un bel numero di azioni. Certo, all’interno di queste rientra anche quello dell’utilizzo di tutti i mezzi di comunicazione a nostra disposizione – e soprattutto che siano utili alla nostra causa – per riuscire a definire i confini del personaggio ed esporre le sue idee.
Però l’utente non deve avere l’impressione che il candidato si sia ricordato di lui solo in vista delle elezioni, un po’ come il nipote che passa a trovare i nonni solo a Natale, con la speranza di ricevere un regalo. Non solo, il clima nei confronti dei politici e dei candidati è generalmente di sfiducia, con questi ultimi visti solo come qualcuno che “promette” e “vuole”.
Ora mi dirai che non sono tutti così e io ti risponderò che è vero, ma quello che conta non è la mia percezione ma quella degli elettori!
A mio avviso c’è, però, un altro importante motivo per cui dovresti andarci piano con gli sms elettorali e riguarda una sorta di invasione (violazione non sarebbe un termine corretto) della privacy. Ormai gli sms veri e propri li mandano praticamente solo le compagnie telefoniche o chi ha un qualcosa di veramente urgente da comunicare e in entrambi i casi il rischio è quello di suscitare emozioni tendenzialmente negative.
Sicuro di non disturbare? Sicuro che chi leggerà il tuo messaggio non penserà al solito politico che sta cercando di vendersi, magari mandando a tutti lo stesso messaggio?
Certo, potresti correre il rischio. Oppure puoi seguire queste semplici regole di bon ton.
Da quanto tempo non ci sentiamo?
Prima ti ho parlato del nipote che va a trovare la nonna solo a Natale, ricordi?
Ecco, se vuoi che il tuo lavoro sia efficiente devi proprio evitare questo o, almeno, fare in modo che la percezione sia diversa, per non ottenere esattamente l’effetto opposto a quello desiderato.
Chiedi l’autorizzazione e crea una lista di persone interessate
Hai mai pensato di sfruttare davvero l’sms marketing a livello elettorale? Prima di scrivere un messaggio e inviarlo a tutta la tua rubrica dovresti avere un piano d’attacco. Cerca di capire quali siano gli elettori sensibili al tuo messaggio e fai in modo di renderli recettivi; raggruppali e inseriscili in una lista.
Questo è un passaggio molto importante: dovresti creare una lista broadcast e non un gruppo e in questo post ti spiego il perché!
Cerca un contatto prima di chiedere un’azione
Un’ultima regola di bon ton, che si incastra con tutte le altre: devi cercare di evitare la vendita a freddo. Cosa significa questo? Semplicemente che non puoi presentarti alla porta (o al telefono) e mettere subito sul tavolo la tua offerta. Devi preparare il tuo potenziale cliente, renderlo interessato a quello che hai da dire e fugare i suoi dubbi, dopodiché potrai presentare la tua proposta.
Come intendere questi suggerimenti? Beh, un’idea potrebbe essere quella di sfruttare gli sms dentro la campagna elettorale e non nel momento iniziale e di concentrarti sui tuoi sostenitori e sugli indecisi che pendono dalla tua parte, così da non indispettire gli altri..
Che ne dici?
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