Alzi la mano chi, negli ultimi 12 mesi non ha detto, pensato o sentito pronunciare la frase del titolo. È piuttosto comune infatti, la percezione che ormai, non si possa più dire nulla senza essere attaccati o accusati da qualcuno.
Ma è realmente così? Davvero non “si può più fare neanche una battuta?”
Una premessa necessaria
Molto spesso, la differenza tra una battuta e un’offesa dipende da come viene percepita la frase da chi la riceve, mentre altre volte non è così e la frase o il post sono realmente offensivi. E, per quanto possa valere la mia opinione, se offese e insulti dovessero sparire non starei certo in un angolo a piangere.
Tuttavia, la faccenda non è proprio così semplice come potrebbe sembrare. Detto in altre parole, la verità non è che ora non non si può più dire niente, così come non è vero che si possa dire tutto senza subirne le conseguenze.
La questione è mal posta
Credo che alla base di questa frase o di questo modo di pensare ci sia un grande equivoco: anche prima non si potevano dire certe cose. Solo che tutto (o quasi) rimaneva confinato in ambiti piuttosto privati. Per dire, non è che 10 anni fa fosse una grande idea lanciarsi in epiteti razzisti, sessisti o misogini; semplicemente non veniva messo nero su bianco e fissato nella memoria collettiva.
Perché in un certo senso sarebbe bello poter dire con certezza che il “non si può più dire nulla” equivale a una maggiore consapevolezza da parte della società, che le persone hanno finalmente capito che fischiare a una donna non ti rende più maschio o deridere qualcuno per una sua debolezza non ti rende l’anima della festa e che quindi hanno deciso di “censurare” certi comportamenti.
Ma temo che non sia così.
Temo invece che non ci sia nulla per cui festeggiare e che la questione riguardi più il mezzo che il contenuto.
I social restano la nostra faccia pubblica
Quando dici che non si può più dire niente, intendi che prima avresti avuto la possibilità di andare in piazza a insultare o offendere qualcuno senza pagarne le conseguenze?
Direi proprio di no.
Ma è chiaro che se prendi, vai su Facebook volendo fare il simpaticone e fai una battuta sessista avrai delle conseguenze in termini di reputazione e verrai probabilmente tacciato di sessismo.
I social sono polarizzanti e sono la tua faccia pubblica. Questo significa, in soldoni, che scrivere qualcosa lì sopra significa metterla in piazza, con la differenza che resterà lì per sempre ma, soprattutto, che le altre persone non potranno far altro che riprenderti pubblicamente.
Perché la decisione che devono prendere è tra:
- stare dalla tua parte, rischiando anche loro una crisi di reputazione;
- fare finta di niente e saltare il contenuto (ahi, se qualcosa lo facesse ogni tanto);
- schierarsi dalla parte di chi critica le tue affermazioni e fare bella figura.
Perché nel non farlo, nel non dire a tutti che sei una pessima persona, mettono a rischio anche la loro reputazione. E quindi si sentono in dovere di esprimere pubblicamente il loro disappunto.
Non solo, quando dico che i social sono polarizzanti non intendo solo il fatto che ti portano a schierarti da una parte o dall’altra, ma anche che le posizioni morbide ed edulcorate faticano a trovare spazio. La tiratina d’orecchie si trasforma in una reprimenda pubblica e porta l’autore a contrattaccare, scatenando un effetto domino difficile da fermare e che nel frattempo sarà la tua reputazione a risentirne.
Ora dipende da te
I social sono un amplificatore così potente che un fiocco di neve può diventare una valanga e investire tutto quello che incontra, ma ormai dovremmo saperlo.
Per quanto possa sembrare strano, quindi, più che il “cosa” dici è rilevante il “dove” lo dici. Puoi rimanere convinto che le persone siano diventate troppo suscettibili e amanti del politicamente corretto oppure puoi tenere a mente quello che ho scritto in questo post e comportarti di conseguenza.
Certo, sarebbe bello pensare che sia in atto un cambiamento culturale tale da rendere la società meno offensiva, ma temo che in realtà sia più che altro un effetto delle caratteristiche del mezzo e di come le persone usano i social.
Poi, per quel che vale, io spero ancora che la società si evolva e che molte di quelle “battute” che ancora si sentono spariscano nel nulla.
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