Su Facebook, come è normale, girano bufale di ogni genere: dalla bambina con una fetta di prosciutto sul viso che sembra avere una strana malattia, a non ben specificati cani che azzanno ladri banchettando con i loro resti, a false notizie su immigrati.
Oggi invece parliamo di una bufala meno seria, ma che potrebbe comunque essere pericolosa, Facendo credere agli utenti di Facebook di essere “al sicuro” (da cosa, poi?) e portandoli a pubblicare dati ed immagini che non andrebbero condivisi sul web.
Facebook e quella dichiarazione inutile
Da qualche giorno mi ritrovo il feed intasato di dichiarazioni che ammoniscono Facebook dallo sfruttare i dai personali ecc… Anzi, a dire il vero, sembra che questa burla arrivi ad ondate periodiche, dato che era già successo un anno fa. Dico burla perché di scherzo si tratta, anzi è una vera e propria catena di Sant’Antonio come quelle che riempiono le conversazione di WhatsApp sotto Natale. Come vedremo, quella dichiarazione, sebbene condivisa da amici in buona fede, è totalmente inutile e, come dicevo, si porta dietro il rischio di condivisioni spregiudicate “tanto ho dichiarato che Facebook non può fare nulla coi miei dati“.
La dichiarazione
Ecco, di seguito, la dichiarazione che metterebbe chi la condivide (ops, copia e incolla) al riparo da qualsiasi utilizzo di dati, immagini, informazioni e chi più ne ha più ne metta:
A partire da oggi, 3 Novembre 2015 alle ore 11,00 ora italiana, non concedo a Facebook (e/o agli enti associati ad esso) il permesso di usare le mie immagini, informazioni o pubblicazioni, sia del passato che del futuro.
Per questa dichiarazione, ricordo a Facebook che è severamente vietato divulgare, copiare, distribuire o intraprendere qualsiasi altra azione contro di me, (in base a questo profilo e/o il suo contenuto).
Questo profilo contiene anche mie informazioni private e riservate. La violazione della privacy può essere punita dalla legge (UCC 1-308-1 1 308-103 e lo statuto di Roma).
Nota: Facebook è ora un’entità pubblica x cui tutti i membri dovrebbero pubblicare una nota come questa sul loro profilo personale.
Se preferisci, puoi copiare e incollare questa versione.
Se non pubblichi questa dichiarazione (almeno una volta), per tacito “silenzio-assenso” permetterai l’uso delle tue foto, così come le informazioni contenute nei tuoi “aggiornamenti di stato” del profilo.
Non condividere!…
Devi copiare e incollare!
E adesso cerchiamo di capire, brevemente, perché si tratta di una bufala.
[AGGIORNAMENTO DEL 03/06/2020: La dichiarazione è cambiata in qualche sua piccola parte e ne è nata una nuova che cavalca l’onda del COVID-19, ma la sostanza rimane la stessa]
Tutti gli indizi per capire che si tratta di bufala
Indizio 1. Facebook è un’azienda con un fatturato impressionante, quotata in borsa e con più di 1 miliardi di utenti: se per disdire l’abbonamento ad una rivista devi fare il contorsionista, secondo te basta scrivere una cosa del genere come aggiornamento di stato per privare Facebook della sua più grande fonte di guadagno?
Indizio 2. Facebook ha fatto la sua fortuna profilando utenti e “facendosi i fatti tuoi“, davvero credi non opporrebbe resistenza? Come credi che facciano le aziende a sapere cosa ti piace e proporti pubblicità in linea con quello che cerchi?
Indizio 3. “Facebook è ora un’entità pubblica”. Sicuro? Davvero pensi che Zuckerberg rinunci a tutti soldi per trasformare la sua creazione in una piazza virtuale gratuita? Chi li paga i dipendenti?
Indizio 4. Se fosse bastata una cosa simile, perché avrebbero creato le pagine dedicate ai termini di servizio e al trattamento dei dati?
Indizio 5. Il brutto di internet è che, una volta condiviso qualcosa, ne perdi fisicamente il possesso. Come ben sai, però, chiunque può copiare, scaricare o fare uno screenshot di quello che pubblichi e condividerlo su altri canali. Questo significa che, se vuoi che le tue immagini, i tuoi dati e le tue opinioni rimangano private devi semplicemente evitare di pubblicarle perché, sì, nessuno dovrebbe prenderle senza il tuo consenso, ma accade più spesso di quanto pensi. E se non sarà Facebook a rubarti le foto, potrà essere un qualunque altro utente del web.
Ricordi cosa dicevo a proposito della famosa “sfida tra mamme”?
Indizio 6. “Qualsiasi altra azione contro di me“. Ovvero? Perché dovrebbero fare qualcosa contro di te? E se fosse a favore andrebbe bene?
Indizio 7. Questioni giuridiche. Non voglio avventurarmi i mondi che non conosco bene, dato che reputo ampiamente smascherata la bufale, ma sappi che Statuto di Roma istituisce la Corte Penale Internazionale, un organo che avrà sicuramente di meglio da fare che decidere se la foto dei piedi in spiaggia appartenga a Tizio o a Caio.
Cosa fare?
Quando ti sei iscritto hai accettato termini e condizioni del servizio (lo so, non li legge mai nessuno), quindi almeno fino a questo momento non se tu a decidere. Meglio: tu e Facebook avete deciso di condividere informazioni, dati ecc… proprio il contrario di quanto ha condiviso (ops, copiato e incollato) sulla tua bacheca.
C’è poi una questione più importante, che riguarda l’indizio 5: fai sempre attenzione a ciò che pubblichi, sia che si tratti di invettive contro qualcuno o che siano le foto dei tuoi bimbi al mare. Nel primo caso potresti comunque di andare incontro a guai di natura legale, mentre nel secondo corri il rischio che le foto finiscano nelle mani di malintenzionati e questo rischio è molto più grande del leggere qualche commento di complimenti su quanto sia bello/bella tuo/tua figlio/figlia.
Insomma, i miei consigli sono:
- Evita di pubblicare cose di cui potresti pentirti o che possano arrecare danno o pericolo a qualcuno;
- Dai un’occhiata a questi due documenti:
a) Termini e condizioni di facebook
b) Trattamento dei dati
- Preferisci altri mezzi di informazione o fai una verifica quando qualcosa non ti torna
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