Dare un nome alle cose le rende vive

Camillo è il pupazzo preferito di mia figlia. Tutti in casa siamo pazzi di lui, forse proprio perché si chiama Camillo.
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Camillo è un pupazzo a forma di unicorno che canta le canzoncine ed è il giocattolo preferito di mia figlia di un anno. Non credo si chiamasse davvero Camillo e non sono certo che sia un buon nome per un unicorno di peluche, ma quello che so è che da quando si chiama Camillo fa un po’ più parte delle nostre vite.

E se ti sembra ridicolo, prova a pensare a quante cose intorno a te hanno un nome e a quanto sono diventate importanti: la forza sta proprio lì, nel nome. E il bello è che vale per tutto: dagli animali agli oggetti.

Perché, ad esempio, gli animali che sono destinati a diventare cibo non hanno un nome ma molto più spesso sono distinti da un gelido, impersonale, matematico numero di serie?

Esatto, per lo stesso motivo. In questo modo è come se non esistesse e, in un certo senso, fa meno male una volta che l’allevatore dovrà rinunciare a lui.

Dare un nome alle cose le rende vive

Ma davvero una semplice parola può dare vita a qualcosa, o aumentare il legame con una persona o un animale?

La risposta è certamente sì: dando un nome umanizziamo (alla fine, per quanto ne sappiamo, il nome è una nostra prerogativa) e facciamo vivere quell’animale o quell’oggetto.

E sembrerà un ragionamento sciocco, ma tanto Camillo quanto Augusta (l’alga Marimo di casa) sono più parte della famiglia rispetto agli altri pupazzi e alle altre piante e, malgrado io sia una persona piuttosto strana, sono davvero convinto di quello che sto dicendo.

Quanto è importante avere un nome

Nelle scorse settimane ho avuto a che fare con un’azienda che aveva da poco lanciato il suo e-commerce e mi sono imbattuto in due gravi problemi:

  • Le immagini dei suoi prodotti, artigianali e curati nei minimi dettagli, non erano state rinominate ma erano state caricate esattamente come erano state archiviate. Ci siamo quindi trovati di fronte a un sacco di maglione_1.jpg o ciotolabassa_4.png, che non è solo un dramma per qualsiasi SEO su questo pianeta, ma è anche un segnale della poca importanza che spesso viene data a questo genere di cose;
  • Quei fantastici prodotti (ad oggi) non hanno un nome. E non dare un nome a un prodotto artigianale è come privarlo della sua parte vitale: non puoi cavartela semplicemente scrivendo “maglione” o “cavatappi” o “gatto di ceramica”. Grazie, fino a lì ci sono arrivato anche io utente, ma chi è quel gatto di ceramica? Cosa mi rappresenta? Perché dovrei innamorarmi di quel gatto?

Facciamo invece l’esempio contrario: uno dei miei primissimi lavori è stato realizzare i testi per un B&B di cui mi sono innamorato subito. E sai qual è la cosa più bella? Che la prima cosa che mi ha detto il titolare presentandomi le stanza è stata: “le mie stanze si chiamano così, così e così“. Il che ha reso tutto molto più semplice: ogni stanza rappresentava qualcosa; ogni stanza era qualcosa; ogni stanza aveva finalmente una sua personalità e una sua storia.

Quanto è difficile dare un nome

Il fatto è che dare un nome alle cose non è per niente facile, specie se parliamo di un’azienda o di un prodotto. Il processo di naming è davvero complesso (almeno per quanto mi riguarda) e deve attraversare alcuni passaggi fondamentali. Solo per citarne alcuni:

  • Ricerca e analisi della concorrenza
  • brainstorming
  • taglio delle prime proposte
  • Prima fase di test su un piccolo gruppo
  • taglio di altre proposte

e c’è comunque la possibilità che il nome si riveli:

  • poco originale
  • troppo originale
  • senza significato
  • con un signficato troppo difficile
  • difficile da pronunciare
  • fiacco
  • troppo brutto e basta

Fare naming è davvero molto difficile (almeno per quanto mi riguarda), quindi tengo a fare i miei complimenti a quelli davvero bravi in questo campo; a quelli che non propinano il tipo “E…state con …” per promuovere eventi nella bella stagione e a quelli che non devono per forza abusare dei giochi di parole per venderti uno shampoo.

Ecco perché è cosi importante

Alla fine, se ci pensi, anche tu hai un nome ed è una cosa che può condizionare tutta la tua vita. E se del mio ne ho parlato, in modo ironico, in questo articolo dedicato alla fantasia e alla creatività, ricordo ancora dubbi, perplessità e ipotesi quando abbiamo scelto il nome per nostra figlia.

E, credimi, per quanto tu possa pensare che “un conto è il nome di un bambino e altra cosa è quello di un animale o un prodotto”, scegliere di dare un nome (possibilmente bello) ai prodotti e ai servizi che vendiamo non solo ci aiuta a catalogarli e li rende più semplici agli occhi dei clienti, ma offro loro un validissimo motivo in più per scegliere noi.

In fondo, non cambierei certo il mio Camillo con un altro unicorno. E sono certo che neanche mia figlia lo farebbe.

Erick Bazzani
Social Media Manager, copywriter e formatore freelance. Le mie giornate si dividono tra l'aula e l'ufficio, quindi se vuoi contattarmi ti chiedo di farlo con una mail. Leggi la bio completa: è bellissima! ;)