Ciò che sappiamo sui social non basta a capire le news sul conflitto

Siamo troppo vicini e troppo poco preparati per riuscire ad orientarci bene tra notizie, fake news e propaganda. Almeno ad oggi.

Oggi è il 2 marzo. Questo significa che sono passati 6 giorni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. E tutto ciò che sappiamo, parlando di web, è che ad oggi non abbiamo mezzi e capacità per comprendere cosa stia succedendo; non abbiamo una bussola per orientarci, insomma.

Cosa è vero e cosa è falso tra le news di guerra?

Andiamo dritti al punto: riuscire a distinguere le notizie vere dalla propaganda, oggi, è quasi impossibile.

Siamo troppo vicini (temporalmente e fisicamente) al problema per averne una prospettiva, troppo toccati (emotivamente e/o personalmente) per essere lucidi, troppo impreparati (digitalmente) per avere gli anticorpi.
E in un momento in cui anche i fact-checker più esperti fanno fatica a distinguere le cosa sia vero e cosa sia inventato, queste non sono di certo buone notizie.

In neanche una settimana, infatti, ci siamo trovati di fronte 3-4 spiegazioni di uno stesso video – che, neanche a dirlo, sono una in contrasto con l’altra – ma anche a persone che hanno inventato finte raccolte fondi (come nel caso di TikTok), alla nascita di un gran numero di account fake creati per fare propaganda, ad amici “virologi da social” ora esperti di politica internazionale, a video vecchi fatti passare per cronaca anche su tv e giornali e così via.

Tutti questi fattori non fanno altro che aumentare il rumore di fondo che troviamo ogni volta che apriamo i social, con la conseguenza di far crescere la confusione al punto da non riuscire a riconoscere cosa è vero e cosa è falso delle notizie che ci arrivano dalla guerra in Ucraina.

Come vedi, belle notizie, al 2 marzo 2022 non ce ne sono molte: possiamo fare davvero poco sia perché, come detto, siamo troppo vicini in tutti i sensi, sia perché c’è davvero tanto rumore.

Affidarsi ai media è ancora la soluzione?

In altri contesti legati alle fake news, una buona idea è quello di ritornare sui media tradizionali, perché sono di fatto obbligati a verificare ciò che succede, prima di darne notizia. Ma oggi, in questa specifica situazione, anche questo banale accorgimento rischia di non bastare, almeno per due motivi:

  • il primo è che la confusione è così tanta che, in un mondo dell’informazione digitale che preferisce la velocità alla completezza e il click alla spiegazione, anche il giornalista più esperto può prendere per buona una notizia falsa;
  • il secondo, senza girarci troppo intorno, è che in un conflitto che interessa tutto il mondo tanti spazi sono presi dalla propaganda. Com’è normale che sia, peraltro: tutto serve a orientare e tutto ci orienta, rendendo impossibile non avere un’idea (di parte) della situazione.

Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è… confusa

Con tutto questo, esattamente come con l’infodemia di almeno i primi 18 mesi di Covid-19, siamo chiamati a fare i conti quando vediamo un post, un video o un link sulla guerra in Ucraina o sull’invasione orchestrata da Putin.

E quando è tutto così difficile da decifrare, volendo comunque informarci sulla situazione, non c’è una ricetta ma solo qualche buon consiglio di massima:

  • Non condividere per forza: quando vedi una notizia fermati, approfondisci e verifica perché un post, una story o un TikTok non hanno la forza e lo spazio per spiegare il contesto;
  • Fai una verifica facile: quando condividiamo qualcosa, ne diventiamo promotori. Una veloce ricerca (tramite gli account dei media o Google Immagini) può darci un quadro della situazione;
  • Fai attenzione all’account che ha pubblicato il post: quanto è recente? Da dove viene? Quanti e quali followers ha?
  • Aspetta un secondo: testimoniare la vicinanza è una cosa; promuovere un contenuto è un’altra. Quanto vale la tua opinione? Quante persone sono lì ad attenderla? La tua reputazione richiede maggiori approfondimenti?
  • Metti in panchina i complotti: circolano già i “negazionisti della guerra”. Bloccali senza pietà e non guardarti indietro.

Possiamo fare poco: oggi e forse domani

Oggi, che ci siamo dentro con tutte le scarpe, possiamo davvero fare poco, se non provare con qualche accorgimento. Ma la questione vera, quella da affrontare seriamente, non riguarda l’oggi ma il futuro.

Perché se è vero, come si dice da qualche parte, che questa è la più digitale delle guerre e quella con la maggiore informazione, è altrettanto vero che questa è la più digitale delle guerre e quella con la maggiore informazione fino ad oggi.

Erick Bazzani
Social Media Manager, copywriter e formatore freelance. Le mie giornate si dividono tra l'aula e l'ufficio, quindi se vuoi contattarmi ti chiedo di farlo con una mail. Leggi la bio completa: è bellissima! ;)