Le bufale e i giustizieri dei nostri tempi

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Ti avviso, questo sarà un post diverso dagli altri sia per lo stile che per il contenuto,  ma è un post inevitabile, visto anche quello che è accaduto ad Alfredo, ultimo solo in ordine cronologico. Già, perché non è la prima volta (e non sarà l’ultima ahimé) in cui qualcuno finisce vittima di questo meccanismo.

Era già capitato mesi fa e le dinamiche sono sempre le stesse: per rovinare la vita a qualcuno bastano Whatsapp o Facebook Messenger e una buona dose di cattiveria.

Quante volte ti è già capitato di ricevere un messaggio che recitava più o meno così:

Lui è Tizio e ruba le foto dei bambini per rivenderle ai pedofili. Facciamo girare questo messaggio tra i nostri contatti per fermare questa bestia

Oppure, perché la musica è la stessa:

Furgone sospetto, targato XYZ si aggira nella nostra zona, con a bordo ladri/rapitori di bambini/truffatori ecc.. Condividiamolo tutti e massima attenzione

Ma ti sei mai fermato a pensare che potrebbe trattarsi di un fake, di uno scherzo di pessimo gusto o del tentativo di sabotare volontariamente un innocente? Questo è il punto: nella maggior parte dei casi ci fidiamo di chi ci ha mandato il messaggio, che a sua volta si è fidato di chi l’ha mandato a lui e così via. Nella nostra reazione, insomma, non prevediamo la possibilità di un errore altrui.

Figuriamoci in una catena talmente lunga da rendere impossibile rintracciare l’autore e dove qualcuno ha ricevuto quel messaggio da uno che l’ha ricevuto da uno che a suo volta l’ha sentito da uno che l’ha letto sul gruppo della palestra. In questo modo, ci rendiamo complici di un inganno quando in realtà vorremmo solo diventare dei web giustizieri. Non che quest’ultima sia realmente un’opera utile, oltretutto.

Perché ci caschiamo?

Sei stai pensando che tanto tu non ci cascherai mai ti suggerisco di non esserne così sicuro, vecchio mio. Se invece non lo hai pensato, ecco la mia idea sul perché finiamo con il trasformarci in giustizieri della notte.

Il primo ingranaggio del meccanismo che ci porterà alla fine è il fatto che si tratta di argomenti che prendono la pancia e che presentano una richiesta chiara, quando non addirittura un link per spammare senza troppa fatica.

Presi alla pancia e in preda all’indignazione sentiamo il bisogno di dover fare qualcosa per non fargliela passare liscia. Inoltre, lo sforzo che ci è richiesto non è enorme; non ci hanno chiesto di andare alla stazione di Polizia a denunciare questa persona ma solo di condividere sul gruppo Whatsapp dei genitori dell’asilo. E questo è proprio il succo: non è un’attività faticosa, ma è un’attività che ci farà sentire migliori di qualcuno. Bravi cittadini, in un certo senso.

Non è faticoso come partecipare a un evento di beneficienza o fare il volontario (e questo è un bene, perché  siamo pigri), ma comunque ci darà una grande gratificazione e un riconoscimento da parte del nostro gruppo.

Da una condivisone del genere non possiamo che uscirne vincenti e poco ci importa di verificare se si tratta di qualcosa di realmente accaduto: l’importante è che abbiamo fatto la nostra parte.

Ricorda molto (ed è praticamente la stessa cosa) quelli che non sanno se si tratti di una bufala o di una notizia vera e nel dubbio la condividono. Così, per non saper né leggere, né scrivere.

Ovviamente, la colpa non è di chi pensa/spera di fare del bene ma di chi mette in giro queste cose con un qualche scopo.

Perché dobbiamo prestare massima attenzione?

Nel post sulle bufale dico in sostanza che dobbiamo stare attenti per non fare una figura da pirla. Qui, invece, la figura che faremmo non c’entra niente, anche perché in linea di massima faremo una gran bella figura con i nostri amici e parenti.

No, qui l’attenzione la dobbiamo nei confronti del soggetto che viene coinvolto. Tenendo conto che non siamo né rappresentanti delle forze dell’ordine né giornalisti, già non è conveniente, ma pensa se questa persona è innocente.

Ricordati che una smentita farà sempre meno rumore dell’affermazione e che far circolare notizie del genere senza avere un riscontro certo finirà con il rovinare le persone, che rischiano di essere schiacciate dal peso degli sguardi dei loro concittadini.

Del resto, sapere che tutta Italia pensa che tu sia un pedofilo è un peso davvero gravoso da portare sulle spalle, non credi?

 

Erick Bazzani
Social Media Manager, copywriter e formatore freelance. Le mie giornate si dividono tra l'aula e l'ufficio, quindi se vuoi contattarmi ti chiedo di farlo con una mail. Leggi la bio completa: è bellissima! ;)