Fare marketing elettorale utilizzando i social media non è esattamente uguale a fare social media marketing per un’azienda, ma ci sono punti in comune tra i due settori. Non puoi fare a meno di certe cose, malgrado le applicazioni pratiche possano risultare molto diverse. Non puoi, ad esempio, improvvisare: in nessun caso l’improvvisazione ti porterà grandi risultati. Questo significa che in entrambe le tipologie di comunicazione dovrai scegliere degli obiettivi, stabilire la linea editoriale, impostare un tono di voce adatto a te e al tuo target e così via.
In entrambi i casi, poi, devi essere ben conscio che basta un errore per mandare a monte mesi (anni?) di buon lavoro. Se questo è vero per le aziende, è ancor più vero per la comunicazione politica, dove buona parte del personal branding di un candidato si costruisce fuori dalla sua pagina Facebook.
Venendo alla parte legata alle attività online, oggi voglio parlarti di quegli errori di marketing elettorale devi evitare per non compromettere la tua comunicazione politica.
Non avere un piano
Come ti dicevo, esattamente come per un’azienda, anche quando si costruisce un candidato è necessario avere una strategia e strutturare un calendario editoriale. Devi programmare la tua attività sui social e sincronizzarla con quella offline, basandoti sui punti forti del tuo programma e sulle istanze che intendi portare avanti durante la campagna elettorale.
Rispetto alle aziende devi considerare la maggiore centralità dell’aspetto del real time marketing. Come posso dire: nel mondo succedono delle cose, molte delle quali non possono essere ignorate dal candidato.
Disperdere tutte le energie
Real Time non significa intervenire e dire la tua su tutto quello che succede nel mondo. Non ne hai le forze, non puoi avere un’opinione su tutto, ma soprattutto devi caratterizzare la tua comunicazione per qualcosa.
In fase di creazione della strategia devi selezionare e dividere gli argomenti: non tutti sono utili.
Il fuoco amico
Addentrandoci invece nell’aspetto operativo della tua attività di social media manager politico, la prima cosa che devi fare è coordinarti con chi cura gli altri aspetti della comunicazione. Il tuo candidato è inserito all’interno di una lista e avrà (verosimilmente) un partito/delle associazioni/dei gruppi e dei membri dello staff. Riuscire a essere coordinati ridurrà al minimo il primo errore operativo che può distruggere la campagna di marketing elettorale: il fuoco amico.
Più siete, più alto è il rischio che siate slegati tra di voi e più probabilità ci sono che qualcuno esca con qualcosa di assolutamente deleterio. Possono bruciarti un argomento, svelare un lato debole o far credere che all’interno della lista vi sia una spaccatura.
Non puoi permettertelo, specie in vista delle elezioni.
Errori e gaffes
Errori e gaffes sono all’ordine del giorno, come è umano che sia.
Succede di sbagliare, ma su certi argomenti non puoi permettertelo. Per questo motivo, la prima cosa da fare è “istruire” il tuo candidato: devi fargli capire che i social (la sua pagina Facebook ma anche il suo profilo) da oggi rispondono a logiche diverse, rispetto al passato.
Programmare, pianificare e pubblicare: questa è la bussola che deve orientare il tuo/suo operato sui social media. Gli sfoghi del momento, i cali di tensione o le battaglie a suon di commenti vanno messi da parte, così come le foto compromettenti.
Per chi vi legge deve essere una comunicazione naturale, ma voi sapete che non è così.
Scaricare le responsabilità sugli altri
Devo dirtelo, malgrado qualcuno lo suggerisca ancora, io sono contrario alla firma staff in fondo a post e tweet, a meno che non sia dichiarato con un disclaimer che non è il candidato a occuparsi della pagina.
Personalmente sono convinto che la soluzione migliore sia quella di farti portavoce (non inteso come figura) e che pubblichi a nome e per conto di..
In caso di errore, e qui mi rivolgo al candidato, non è corretto scaricare le responsabilità sullo stagista di turno
A questo proposito è famosa la vicenda del Senatore Gasparri e del “chiesimo”:
PER APPROFONDIRE: https://www.vanityfair.it/lifestyle/hi-tech/16/03/17/gasparri-tweet-chiesimo-epic-fail-foto
No, è ovvio che a pagare sia il responsabile della comunicazione, fa parte del gioco, ma scaricare la responsabilità avrà un effetto controproducente.
Perché devo ascoltare quello che dici, se in realtà non sei tu che parli?
Interagire solo con i tuoi supporters
Ci sono dei voti che il tuo candidato non prenderà mai, persone che non riuscirete a convincere neanche con gli argomenti migliori. Così come non puoi convincere un vegano a comprare i tuoi hamburger di maiale, probabilmente non convincerai le persone che la pensano al contrario del tuo candidato.
Questo però non significa che tu debba parlare solo ai tuoi sostenitori. Sarebbe un errore enorme, specie per quanto riguarda l’aspetto legato ai commenti e alle varie interazioni. La risposta a un commento viene letta anche da altri utenti, tienilo a mente mentre rispondi e rispondi a uno parlando a tutti.
Allo stesso tempo, però, ricordati che parlare con un troll è come giocare a scacchi con un piccione.
6 errori gravissimi per la tua comunicazione
Piano piano ci addentreremo nelle dinamiche del marketing elettorale, ma per oggi credo che sia abbastanza. Questi non sono gli unici errori che potresti commettere, perché il percorso dalla creazione di un candidato fino alla vittoria è pieno di bucce di banana.
Creare un strategia come si deve, selezionare con cura gli argomenti, evitare di spezzare l’illusione che sia il candidato a scrivere i post e non ignorare le critiche e i commenti che non ci piacciono sono però dei punti di partenza che, uniti a un bel lavoro di coordinamento tra i vari aspetti della comunicazione, renderanno meno scivolosa la strada verso la vittoria.
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